L’intolleranza al lattosio e l’infiammazione alle proteine del latte si manifestano con coliche addominali, crampi e diarrea. Sono due malattie che, pur avendo in comune i sintomi, riconoscono cause e trattamenti diversi. Vedremo come differenziarle e la corretta alimentazione.
Il Latte vaccino
Il latte vaccino è un alimento completo, di derivazione animale, composto da:
- Proteine
- Carboidrati
- Grassi
- Vitamine
- Minerali
Proteine
Il latte contiene circa 3 g di proteine per 100 g. e sono costituite da:
- caseine (80%)
- lattoglobuline (20%) rappresentate da beta-lattoglobulina, alfa-lattoalbumina, ricche di aminoacidi essenziali come lisina e triptofano.
Carboidrati
I carboidrati sono rappresentati prevalentemente dal lattosio costituito da due zuccheri:
- glucosio
- galattosio
Grassi
Nel latte intero il contenuto in grassi è circa a 3,5 g/100 g rispetto allo 0,2 g /100 g del latte scremato. I trigliceridi rappresentano più del 95% dei grassi presenti.
Vitamine
Le più rappresentative sono:
- liposolubili: vitamina A, E, e K ne liposolubili, e la tra le
- idrosolubili: vitamina C, l’acido folico e B6
Le vitamine liposolubili sono influenzate sia dal tipo di alimentazione sia dalla stagionalità. La vit. D è presente in bassa concentrazione nel latte e l’assorbimento intestinale e l’esposizione solare ne influenzano la concentrazione nel sangue.
I Disturbi legati all’assunzione del latte
L’assunzione del latte può generare 3 tipi di reazioni:
- Intolleranza al lattosio
- Infiammazione alle proteine del latte
- Allergia al lattosio
Intolleranza al lattosio
La lattasi è l’enzima necessario alla digestione del lattosio, zucchero disaccaride costituito da glucosio e galattosio, presente nel latte e latticini. Se assente il latte non sarà assorbito e provocherà un’infiammazione della mucosa intestinale con rapida comparsa di:
- dolore addominale
- gonfiore
- diarrea
- flatulenza
Il deficit di lattasi può essere primario o secondario ad altre malattie.
Nel deficit di lattasi primario la severità dei sintomi dipende dalla quantità di lattosio ingerito e dal grado di intolleranza.
Nel deficit di lattasi secondario la diarrea è secondaria ad infezioni, intolleranze alimentari, esiti di interventi chirurgici.
La diagnosi di intolleranza al lattosio – Il test utilizzato per fare diagnosi di intolleranza al lattosio è il Breath-test (test del respiro). E’ una prova indiretta del deficit dell’enzima lattasi. E’ un test non invasivo in cui il paziente assume del latte. E’ positivo per intolleranza al lattosio se nell’aria espirata c’è un accumulo di Idrogeno.
Infiammazione alle proteine del latte
Si differenzia dall’intolleranza al lattosio perché il problema non è legato al deficit dell’enzima lattasi, frequente dopo i 40 anni, ma dalla quantità di latte e derivati che sono assunti giornalmente. E’ quindi dose-dipendente e se ne consumi poco o raramente i sintomi sono sfumati. Se il disturbo non è riconosciuto l’evoluzione è verso l’ infiammazione intestinale caratterizzata da:
- putrefazione
- gonfiore
- diarrea
- dolori crampiformi
- sindrome del colon irritabile
La diagnosi di infiammazione da latte – Il test utilizzato per fare diagnosi di infiammazione alle proteine del latte è il il Recaller test che si esegue con poche gocce di sangue prelevate dal di to. Si dosano gli anticorpi Baff e Paf .
Conoscere il Breath-test e il Recaller test
Il Breath-test è indicativo per l’intolleranza al lattosio mentre il Recaller test è indicativo per l’intolleranza (o infiammazione) alle proteine del latte.
L’allergia al latte vaccino
L’ allergia al latte, evidente già nei bambini dopo l’assunzione di piccole dosi, è mediata dagli anticorpi IgE verso le proteine del latte che sono:
- caseina
- α-lattoalbumina
- β-lattoalbumina
I disturbi allergici si manifestano secondo due modalità:
- orticaria, eczema: compaiono dopo pochi minuti arrossamenti cutanei sino all’orticaria. Nelle forme gravi di può arrivare all’edema delle mucose respiratorie.
- enterocolite: diarrea mucosa od ematica, vomito, collasso.
La diagnosi di Allergia al lattosio – Nel sospetto di allergia di eseguono due tipi di test:
- Rast test: è un metodo quantitativo, eseguito tramite prelievo ematico, che dosa le IgE aumentate
- Prick test: si testa, sulla pelle scarificata con delle lancette, la sensibilità verso le proteine del latte e il lattosio. In caso di sensibilità ci sarà un eritema della pelle sino ad arrivare al pomfo in caso di allergia.
Le coliche addominali
Le sindromi dolorose addominali sono legate all’accumulo di gas (meteorismo) nel tratto intestinale e nel colon. Quindi abbiamo due tipi di manifestazioni cliniche:
- colica addominale: è un dolore improvviso causato dalla contrazione di organi cavi dotati di fibre muscolari come intestino e colon. Nei bambini questo provocherà coliche gassose.
- colica intestinale: è un dolore spasmodico localizzato nell’intestino che si accompagna a diarrea e nausea.
Durata di una colica – La colica non è altra che una contrazione muscolare degli organi addominali in seguito ad uno stato infiammatorio o ostruttivo (calcolosi). Possono essere interessati tutti gli organi addominali come intestino, colon, vie biliari, rene, uretere, ovaie. La durata di una colica dipende dalla causa e può variare da 1 ora a qualche giorno.
Esami dopo una colica
Oltre all’esame clinico sspesso bisogna eseguire:
- ecografia addome completo
- esofagogastroduodenoscopia
- colonscopia
- rx addome in bianco completo
- Tac addome
Cause
Le cause più frequenti sono rappresentate:
- Colite spastica
- Diverticolite
- Appendicite
- Ostruzione intestinale
- Fecaloma
- Morbo di Crohn
- Colite Ulcerosa
- Tumori
- Sindrome del colon irritabile
- Stress
- Disturbi alimentari
- Disbiosi intestinale
- Angina abdominis
Trattamento farmacologico durante una colica
A seconda delle cause si utilizzano:
- antispastici: Scopolamina-N-butilbromuro
- antinfiammatori: Diclofenac
- antibiotici: Rifaximicina
- antiemetici: Metoclopramide
- probiotici
Alimentazione durante e dopo una colica
Durante e dopo una colica fare pasti piccoli e frequenti eliminante quei cibi noti responsabili della colica. Astenersi da caffè e mantenersi ben idratati.
Dieta consigliata
Cibi da escludere
Bisogna escludere quei cibi contenenti lattosio, anche quello nascosto. Leggete le etichette dei cibi, soprattutto se siete allergici. Il lattosio è spesso usato come additivo e può essere presente in insaccati, affettati, purè, sughi, dado da brodo, alimenti in scatola e altri prodotti confezionati, corn flakes.
Derivati dal latte non permessi:
- latte vaccino, latte di capra
- formaggi freschi (mozzarella, certosa e quelli a pasta molle)
- prodotti a base di latte (gelati, burro, creme, pane, prodotti da forno, cioccolato al latte)
- yogurt
Cibi permessi:
- grana, parmigiano
- hemmental
- provolone
- pecorino
La stagionatura dei formaggi riduce notevolmente il lattosio, che quindi nel prodotto finale è inesistente o non problematico.
Prodotti alternativi permessi
- latti delattosati (privi di lattosio)
- latte formula a base di soia o di riso
- prodotti caseari arricchiti da Lactobacillus acidophilus
- prodotti caseari arricchiti da lattasi o con lattosio predigerito
Parmigiano: sì o no?
Il parmigiano o il grana possono essere assunti. Sono stagionati e non è necessaria l’enzima lattasi per la digestione. Al contrario dei formaggi freschi, yogurt, che invece necessitano della presenza della lattasi.
La visita medica nel paziente intollerante al lattosio
- Nel mio studio eseguo il Recaller test che verrà inviato al Centro Universitario Tor Vergata (Roma) per analisi.
- Durante la visita il paziente impara a conoscere l’alimentazione antinfiammatoria “a Zona” anche con la visione di un video.
- Verrà consegnata una brochure con delle tabelle e una dieta da seguire per le prime settimane.
- Al controllo successivo, di solito entro un mese, si passa alla Dieta di Rotazione che tiene conto dei risultati del test. Con questo metodo si recupera la tolleranza verso il lattosio.
- Disbiosi intestinale e probiotici: prescrivo un ciclo di probiotici (fermenti lattici) per ripristinare la flora batterica intestinale (microbiota) compromessa dall’infiammazione intestinale.
Articolo aggiornato il 13 Maggio 2020